Giulia Rossi
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Titolo tesi -"La riparazione per la sottrazione illegittima e la distruzione di beni culturali nel Diritto internazionale e dell'Unione europea"
Abstract - Il progetto di ricerca si concentra sulla protezione del patrimonio culturale e sulla riparazione per la sottrazione illegittima e la distruzione dei beni culturali nel contesto europeo e internazionale.
I beni culturali hanno un significato sociale complesso e in costante evoluzione, poiché rappresentano un valore economico e identitario per una nazione o una comunità. Questo spiega perché i beni culturali sono spesso presi di mira durante situazioni di conflitto e crisi, subendo danni irreparabili, il che rende la loro protezione una priorità urgente per la comunità internazionale e per l'Unione Europea. Di conseguenza, enfasi verrà data allo studio del diritto umanitario in materia.
La ricerca mira a identificare le sfide legali legate alla riparazione per la sottrazione illegittima e la distruzione dei beni culturali, tanto sotto il profilo dei rapporti internazionali fra Stati che sotto quello delle posizioni giuridiche dei privati eventualmente coinvolti nel commercio di beni illecitamente sottratti. Particolare attenzione verrà riservata alla ricostruzione del quadro delle norme di diritto internazionale (primarie e secondarie) pertinenti, alla loro interazione con le norme di diritto dell’UE che esistono in questa materia, ed alla attuazione delle prime e delle seconde sul piano interno.
Il progetto si focalizzerà poi sugli strumenti di cooperazione penale a livello internazionale e dell'UE che facilitano la restituzione o la riparazione dei beni illecitamente sottratti, compresa l'identificazione e la confisca dei beni o la confisca equivalente, così da valutare attentamente i meccanismi esistenti e il loro impatto effettivo nel contesto delle restituzioni di beni culturali. Europol e Eurojust facilitano la cooperazione tra le forze di polizia e gli uffici giudiziari degli Stati membri. Attraverso lo scambio di informazioni e l’assistenza operativa, queste agenzie possono contribuire all’identificazione e alla confisca dei beni illecitamente sottratti. Inoltre, gli Stati e le organizzazioni internazionali possono istituire meccanismi di coordinamento per facilitare la cooperazione nella lotta contro il traffico illecito di beni culturali. Ad esempio, il Gruppo di lavoro sulla sottrazione e il traffico illecito di beni culturali, istituito dal Consiglio dell’UE, coordina gli sforzi degli Stati membri per contrastare questo crimine.
Inoltre, verrà condotto uno studio dettagliato sul coordinamento tra gli strumenti penali e quelli previsti in ambiti diversi da quello penale, come la cooperazione giudiziaria in materia civile, la Convenzione UNIDROIT del 1995 sul traffico illecito di beni culturali e la Convenzione europea dei diritti umani. Questo studio approfondirà come tali strumenti interagiscono e si sovrappongono, valutando la loro efficienza e l'efficacia nel favorire la restituzione o la riparazione dei beni culturali.
Nel contesto specifico dell'ordinamento italiano e, se del caso, in un contesto internazionale, verranno esaminate le modalità concrete di attuazione dell'obbligo di restituzione/riparazione e dei relativi diritti in contesti transnazionali. Ciò comporterà una valutazione approfondita delle procedure operative e giuridiche implicate nelle richieste di restituzione o riparazione, tenendo conto delle sfide transfrontaliere e delle complessità delle relazioni internazionali in materia di beni culturali illecitamente sottratti.
Ancora, se la via giudiziaria è fondamentale per perseguire la restituzione o la riparazione dei beni culturali trafugati, consentendo l'avvio di procedure sia nello Stato di provenienza che in quello di ritrovamento, tale processo è gravato da sfide giuridiche e pratiche, spesso gravanti sui ricorrenti, come leggi contrastanti tra giurisdizioni nazionali, problemi di prescrizione temporale, rigidità delle norme procedurali, difficoltà nell’esecuzione delle decisioni in diverse giurisdizioni, mancanza di riservatezza e carenza di competenze specialistiche dei giudici. La ricerca si occuperà di analizzare l'impiego di tecniche alternative di risoluzione delle controversie come opzione interessante per agevolare il dialogo e raggiungere soluzioni più rapide ed equilibrate.
I risultati della ricerca possono offrire importanti indicazioni alle pubbliche amministrazioni coinvolte nel recupero e nella restituzione dei beni culturali. Questi risultati potrebbero anche fornire supporto all'autorità giudiziaria nel caso in cui si debbano utilizzare gli strumenti di cooperazione considerati. Inoltre, il progetto proposto potrebbe contribuire alla promozione dell'inclusione sociale, fornendo strumenti per il ripristino del patrimonio culturale delle comunità interessate. Quest'ultimo rappresenta un elemento significativo di coesione all'interno di tali comunità, rafforzando le identità locali e promuovendo un senso di appartenenza, oltre a rappresentare un patrimonio comune da preservare per le generazioni future.